La riforma della Legge Fallimentare (Regio Decreto 16 marzo 1942, n. 267), avviata con il D.L.35/ 2005 e proseguita con il “Decreto Sviluppo” (Misure per facilitare la gestione delle crisi aziendali), convertito con L. n. 134 del 7 agosto 2012 ha delineato un significativo cambiamento nella disciplina delle crisi di impresa e ha introdotto un nuovo quadro normativo delle procedure concorsuali, più coerente con l’attuale realtà imprenditoriale e rivolto a favorire la continuità aziendale (la governabilità della crisi, in alcuni nuovi istituti, introdotti dalla riforma, viene rimessa allo stesso imprenditore e al team di professionisti da lui prescelti).
In particolare, le recenti norme di riforma introducono significative modifiche alla legge fallimentare, nell’ottica di:
Più concretamente, sarà possibile depositare un ricorso contenente la semplice richiesta di accedere alla procedura di concordato preventivo, riservandosi di elaborare business plan e proposta in un momento successivo (entro un periodo massimo di sei mesi). La facoltà, poi, concessa dal Legislatore, di cambiare “in itinere” approccio e strumento operativo, scegliendo in un secondo momento di ricorrere ad un accordo di ristrutturazione dei debiti ex art. 182-bis L.F., consentirà di valutare, fase per fase, come strutturare il rilancio delle attività di impresa e la gestione della crisi.
Parallelamente alla progettazione e all’esecuzione del piano “legale” si rende necessaria la predisposizione di un piano “gestionale” di coordinazione delle attività di comunicazione (interna e esterna all’azienda). Ci si riferisce, in questo caso, al “Crisis Management”, un sistema di azioni e processi (predisposto e governato dal team di professionisti prescelti) che analizza, appronta e coordina la gestione di situazioni di crisi (intese come avvenimenti non attesi -interni o esterni- che coinvolgono persone, processi, prodotti, attività finanziarie, commerciali o comunicative e che determinano -o potrebbero determinare- una frattura irreversibile dell’identità, dell’immagine o della reputazione dell’organizzazione stessa, andando a incrinare i suoi sistemi di relazione con uno o più pubblici influenti).
Le attività di Crisis Management, raccordate e coordinate multidisciplinarmente dal team di lavoro nella “Crisis Room” all’uopo allestita avranno come compiti primari quelli di prevedere, programmare, comunicare (nelle fasi più acute della crisi) e gestire il dopo crisi.
In conclusione, la visione olistica e interdisciplinare del complesso fenomeno della “crisi aziendale” rende l’approccio del Team JUSLAW unico nel suo genere e fortemente orientato al rilancio delle attività d’impresa.
Dott. Luca Pavan
Avv. Francesco Pifferi
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